Funzione ed estetica

GNATOLOGIA

La gnatologia è la branca dell’odontostomatologia che si interessa della diagnosi e della cura di un vasto gruppo di condizioni cliniche, disordini e patologie che causano alterazioni della sensibilità e/o dei movimenti dell'apparato stomatognatico.

Gnatologia | Dott.ssa Rinaldi | Visita gnatologica

VISITA GNATOLOGICA

La visita dello gnatologo mira a valutare il rapporto mandibola-cranio e l’eventuale presenza di problematiche che possano alterare questa correlazione che permette un normale movimento della mandibola. La visita gnatologica serve a capire quanto il sistema stomatognatico conta nel provocare dei disturbi al paziente quali mal di testa, mal di schiena, difetti di postura, cefalea, acufeni.

Nel campo della gnatologia, le patologie che il professionista è chiamato ad affrontare con maggior frequenza sono: i Disordini Temporo Mandibolari (DTM), il dolore orofacciale non odontogeno, le parafunzioni, il bruxismo, le anomalie del movimento e le anomalie respiratorie che avvengono nel sonno, comprese le apnee ostruttive.

DOMANDE FREQUENTI

Quali sono i problemi che può causare una malocclusione o dentatura irregolare?

Un’occlusione non corretta, disarmonie cranio-facciali ed una dentatura irregolare possono causare problemi di tipo funzionale correlati alla masticazione, deglutizione e respirazione, ma anche alla fonazione e alla postura; inoltre una disallineamento dentale può riflettersi in una maggiore predisposizione a disturbi di tipo parodontale.

Qual è il costo di un apparecchio ortodontico?

Il costo del trattamento ortodontico dipende dal tipo di caso da affrontare, in quanto varia in base alla complessità e alla durata del trattamento. Il prezzo può variare da 1.500 euro per i trattamenti semplici a 7.000 euro per quelli complessi.

I trattamenti ortodontici fissi eseguiti nel Centro Dentistico Rinaldi sui bambini e ragazzi si intendono completamente conclusi al compimento del 20esimo anno di vita. Pertanto i preventivi forniti comprendono tutte le visite di controllo e l’eventuale supporto specialistico fino a tale data. Con questo approccio si garantisce il mantenimento dell’allineamento raggiunto negli anni delicati della crescita, compatibilmente con la piena collaborazione del paziente.

Quando iniziare a portare il proprio bambino dall'ortodontista?

Il Centro Dentistico Italiano raccomanda di far visitare il bambino dall'ortodontista dai 4 ai 6 anni, quando tutti i denti da latte sono ancora presenti in bocca per verificare se esiste una buona armonia tra le componenti anatomiche e dentali che costituiscono l'architettura cranio-facciale. Verranno quindi "intercettate" eventuali disarmonie dentali e/o scheletriche che, se non corrette in fase di crescita, difficilmente possono essere risolte più tardi. Una visita in età precoce diventa inoltre importante per verificare lo stato di salute dentale e le corrette procedure di igiene orale.

In generale è consigliabile portare vostro figlio ad un controllo ortodontico In presenza di queste situazioni:

  • precoce o tardiva perdita dei denti;
  • difficoltà nel masticare o nel chiudere la bocca;
  • problemi respiratori;
  • succhiamento del dito o altre abitudini orali viziate;
  • affollamento dentale (denti malposizionati);
  • mascellari che deviano nella chiusura;
  • difficoltà nel parlare;
  • denti sporgenti;
  • trauma masticatorio delle guance o del palato;
  • disarmonia facciale;
  • serramento o digrignamento dentale;
  • rumori nell'articolazione della mandibola.

Talvolta la terapia ortodontica precoce o intercettiva riesce a migliorare ma non a risolvere la situazione; sarà necessario quindi prevedere e programmare una terapia più tardiva, e più complessa, che porti ad una correzione definitiva in dentatura permanente (dopo i 12 anni). In certi casi potrà rendersi necessaria l'estrazione di alcuni elementi dentali. I tempi, la sede ed il loro numero dipendono dalla valutazione dello specialista che si prefigge di migliorare l'estetica e la buona funzione della masticazione.

Quando un adulto dovrebbe valutare un trattamento ortodontico?

Un adulto dovrebbe considerare un trattamento ortodontico in caso di:

  • morso scorretto (malocclusione), cioè una relazione scorretta tra l’arcata superiore e inferiore
  • denti affollati o spaziati, ovvero situazioni che predispongono a carie e malattie gengivali
  • dolore e disfunzione temporo-mandibolari causati da interferenze ovvero malposizioni dentali
  • desiderio di avere un sorriso sano e radioso


Quale tipo di apparecchio è più indicato nel mio caso?

L’apparecchio ortodontico più adatto al paziente viene deciso dopo un processo che comprende: la prima visita, il check-up ortodontico,  lo studio del caso ortodontico e un colloquio con il paziente per illustrare la diagnosi e il piano di trattamento consigliato e le eventuali opzioni terapeutiche.

La prima visita serve per fare lo screening iniziale e valutare la necessità di trattamento. Per i pazienti in crescita viene inoltre valutato se ci troviamo  nella finestra temporale corretta oppure se è più conveniente non inziare subito il trattamento e rimandarlo.

Quanto dura il trattamento ortodontico?

Dipende da tanti fattori, dalla complessità del caso, dalla risposta soggettiva alle forze impiegate e dalla collaborazione del paziente. La durata indicativa del trattamento vi verrà illustrata nel corso del colloquio per lo studio ortodontico del caso. Per andare avanti rapidamente è importante mantenere un buon livello di igiene e recarsi regolarmente ai controlli periodici. Ogni apparecchio deve essere controllato con periodicità: la durata di un controllo e la frequenza con cui viene eseguito dipendono dal tipo di apparecchiatura e dalla fase del trattamento ortodontico in cui ci si trova: a volte bastano pochi minuti, a volte invece le procedure possono essere più lunghe e complesse perché è necessario riattivare le forze che vengono applicate sui denti.

Cosa sono le malocclusioni di terza classe?

La terza classe scheletrica è causata da un deficit di crescita mascellare associato tipicamente ad un eccesso di crescita mandibolare.  Nelle terze classi gli incisivi chiudono in genere con un rapporto di "testa a testa" o nei casi più gravi si assiste ad una palese inversione del morso.

Inoltre si riscontra un volto con deficit del mascellare ed eccesso mandibolare di conseguenza il profilo risulta concavo o piatto, con un arretramento dei tessuti cutanei e una prevalenza di:

  • profilo del mento piatto e solco labio-mentale ridotto
  • riduzione del tono e del profilo del labbro superiore
  • abbassamento della punta nasale

Come si trattano le malocclusioni di terza classe?

Nel bambino in età dello sviluppo il Centro Dentistico Italiano propone interventi precoci mediante l'utilizzo di apparecchiature ortodontiche al fine di:

  • frenare la crescita di una mandibola esuberante
  • favorire la crescita di un mascellare superiore iposviluppato
  • Una volta terminata la crescita il trattamento è sempre considerato tardivo e le possibilità di correzione ortopedica delle basi ossee si riduce notevolmente.
  • In età adulta pertanto, una grave malocclusione scheletrica di III classe che incida sulla funzionalità masticatoria e sull'estetica, può essere risolta solo facendo ricorso alla chirurgia maxillo–facciale in combinazione con trattamenti ortodontici pre e post chirurgici.
  • In presenza di una malocclusione di entità più lieve, si può cercare di compensare la discrepanza scheletrica fra le due arcate lavorando sull'inclinazione degli elementi dentali anteriori, entro i limiti biologici consentiti.
  • Il Centro Dentistico Italiano è specializzato nella cura delle malocclusioni di terza classe grazie a un team di specialisti con una significativa esperienza nel trattamento di questi complessi casi.

Cosa succede al viso durante la chirurgia maxillofacciale?

È importante sapere che nel caso d’intervento chirurgico l’aspetto del viso subirà dei cambiamenti. Quanto maggiore sarà il movimento di spostamento chirurgico dei mascellari, tanto maggiore saranno la modifiche del viso. Sono per questo necessari una pianificazione accurata dell’intervento ed una continua comunicazione tra ortodontista, chirurgo maxillo-facciale e paziente.

Quali apparecchi si usano per la chirurgia ortognatica?

La terapia ortodontica d’elezione per questo tipo di trattamento è eseguita con bracket fissi su entrambe le arcate per permettere il miglior controllo della posizione dei denti prima, durante e dopo l’operazione. Durante l’intervento inoltre i brackets aiuteranno il chirurgo a posizionare correttamente i mascellari.

Quanto dura normalmente una terapia combinata ortodontica-chirurgica?

La durata complessiva del trattamento combinato è in media di 18/30 mesi. La durata è sempre subordinata alla complessità del caso. Dopo l’operazione chirurgica l’ortodontista dovrà eseguire una rifinitura dell’occlusione.

L’ortodonzia fissa fa cariare i denti?

Dire che le apparecchiature ortodontiche provochino la carie è falso. Certamente l’ortodonzia aumenta il ristagno di cibo quindi di placca batterica, di conseguenza se non si mantiene una corretta igiene orale il rischio di carie aumenta. E’ infatti obbligatorio che il paziente ortodontico sia istruito alla pratica di una corretta igiene orale ed effettui in maniera continuativa i controlli periodici di igiene e le sedute di igiene orale professionale.


Mi mancano uno o più denti: posso fare un trattamento ortodontico?

Certamente, anzi spesso è anche necessario perché quando mancano alcuni denti la dentatura restante può subire delle modifiche di posizione, spostandosi in maniera incontrollata negli spazi creati dalla mancanza dei denti. La terapia ortodontica ripristina una corretta posizione dentaria, necessaria anche alla creazione di spazi adeguati all’inserimento di impianti o altri dispositivi protesici che sostituiscono i denti mancanti. Per questo motivo la terapia prende il nome di ortodonzia preprotesica.

Quali disagi può provocare l’apparecchio ortodontico fisso?

Il posizionamento di qualunque apparecchio fisso richiede un iniziale periodo di adattamento, molto variabile e soggettivo, in base al tipo di apparecchiatura e alle funzioni soggettive del paziente . I soggetti più giovani naturalmente si abituano molto più velocemente. In questa fase si possono verificare fastidio e difficoltà alla masticazione, decubiti e a volte afte (ulcerette della bocca). Sono situazioni facilmente gestibili e lo studio fornisce tutte le istruzioni a riguardo. L’adattamento iniziale varia da 2 giorni a 2 settimane dopodichè il paziente smette di percepire l’apparecchio e le funzioni tornano nella norma.

Cos’è e come si può correggere il morso profondo?

Il morso profondo o deep bite o morso coperto è una malocclusione molto diffusa tra i pazienti e spesso erroneamente considerata come una semplice imperfezione estetica. Si parla di morso profondo quando gli incisivi dell’arcata superiore coprono in modo eccessivo quelli inferiori. In una condizione di normalità, ossia quando le due arcate dentarie sono correttamente allineate, gli incisivi superiori coprono per circa due millimetri gli incisivi inferiori, oltre questa misura possiamo parlare di morso profondo. Nei casi più gravi gli incisivi superiori possono arrivare a toccare con il loro margine la gengiva degli incisivi inferiori, mentre quelli inferiori possono arrivare a premere sul palato, generando delle lesioni ai tessuti di sostegno dei denti che portano alla mobilità e alla perdita precoce degli incisivi.

Il morso profondo si manifesta come un difetto estetico, specialmente a carico dell’arcata superiore, spesso con un sorriso gengivale o gummy smile. I sintomi del morso profondo sono anche altri: difficoltà di masticazione e di pronuncia, maggiore propensione alla carie, alla parodontite e all’usura precoce dei denti, problemi di postura della mandibola e della colonna vertebrale che predispongono a mal di testa e mal di schiena. Una condizione di morso coperto spesso arretra la mandibola dalla sua posizione normale generando una tensione deI sistema muscolo scheletrico cranio- cervicale, determinando o predisponendo fortemente l’insorgenza di cefalea muscolo-tensiva. Quindi è importante affrontare il problema del morso chiuso nel modo giusto. 

Le cause del morso profondo sono:

  • anomalia scheletrica ereditaria;
  • traumi;
  • abitudini scorrette es. bruxismo, succhiamento del dito o del ciuccio per più di 2aa.

Il morso profondo si distingue in:

  • forma scheletrica;
  • forma dento-alveolare;
  • mista.

La principale causa è quella genetica a carattere ereditario, spesso si riscontra nelle famiglie come caratteristica comune di nonni, genitori, nipoti. Il morso coperto si può facilmente correggere se il soggetto interessato è nell’età dello sviluppo osseo. Nei bambini e negli adolescenti la terapia ortodontica corregge il difetto riportando le arcate nel giusto allineamento e azzerando gli effetti della malocclusione. Quando il soggetto ha già ultimato il suo sviluppo scheletrico non è più possibile intervenire sulla parte ossea e la terapia ortodontica può andare a correggere solo la posizione degli elementi dentali. In questi casi si può comunque ottenere una buona correzione del morso coperto con buoni risultati estetici e funzionali. La terapia ortodontica esprime il suo massimo potenziale nella correzione del morso coperto di forma dento-alveolare pura ovvero quella in cui l’anomalia è limitata agli elementi dentali, caratterizzata da un’eccessiva eruzione dei denti anteriori mentre la dimensione verticale scheletrica non risulta alterata.


Quale dei due approcci ortodontici, tra ortodonzia linguale e allineatori, è più efficace?

Non crediamo esista una risposta valida per tutti, perché semplicemente ogni caso è unico e ogni paziente ha i suoi trascorsi sia personali che clinici. Entrambe le soluzioni sono comprovate ed efficaci, ma esistono alcune differenze importanti tra i due trattamenti, per cui per ciascun paziente va fatta un’attenta valutazione preliminare insieme all’ortodontista che vi consiglierà l’utilizzo delle mascherine trasparenti in alcuni casi e l’apparecchio linguale in altri.

Come funziona l’ortodonzia linguale?

L’ortodonzia linguale in Italia è stata introdotta e sviluppata dal Prof Aldo Macchi fin dai primi anni ’80. Nel corso degli anni si è evoluta in 2 principali sistemi: ortodonzia linguale con attacchi e ortodonzia linguale senza attacchi.

L’ortodonzia linguale con attacchi prevede il posizionamento di brackets ovvero punti di ancoraggio fissi sui denti sui quali si agganciano fili e trazioni.  Recentemente le dimensioni dei brackets sono state notevolmente ridotte, migliorando il comfort per il paziente. Dopo l'iniziale periodo di adattamento l'apparecchiatura viene ben tollerata, al pari di quella esterna.

L’ortodonzia linguale senza attacchi consiste nel posizionare direttamente sui denti il filo ortodontico, che è molto leggero e sottile quindi non altera la masticazione né l’igiene orale rendendo l’adattamento veramente brevissimo. Al termine del trattamento l’apparecchiatura stessa, opportunamente adattata, può essere mantenuta come dispositivo di contenzione o sostituita da un filo continuo a formare il classico retainer (fissaggio) post ortodonzia fissa.

L’apparecchio linguale è molto fastidioso?

No. Gli ingombri in bocca variano da 1mm a 2,5mm di sporgenza verso la lingua quindi ingombri molto contenuti. L’apparecchio linguale non inibisce nessuna funzione della bocca, e non altera il canto.

Quale tipo di apparecchio linguale ci vuole nel mio caso?

Come per qualunque trattamento ortodontico il tipo di apparecchio viene deciso dopo la prima visita, il check-up,  lo studio del caso ortodontico. Vanno attentamente valutate l’esigenza estetica del paziente e le caratteristiche individuali di ciascuna bocca per poter proporre una terapia personalizzata quindi vincente.

Perché scegliere una terapia con l’ortodonzia linguale?

Perché è invisibile al 100% quindi è la tecnica più estetica, è affidabile, confortevole e senza pensieri per il paziente che non deve impegnarsi a portare apparecchi mobili.

Come funzionano gli allineatori trasparenti?

Gli allineatori sono un sistema di apparecchi mobili trasparenti realizzati grazie ad un sofisticato software di progettazione digitale che consente di previsualizzare il risultato prima di iniziare il trattamento e di stampare una serie predefinita di allineatori. Gli allineatori agiscono, mascherina dopo mascherina, efficacemente e con dolcezza, allineando perfettamente le arcate. Un allineatore va indossato dai 7 ai 15 giorni, per poi passare a quello successivo, sono infatti creati in serie per poter allineare progressivamente i denti.

Fondamentale è naturalmente la buona collaborazione del paziente in quanto devono essere posizionati e tenuti dal paziente in prima persona e tolti solamente per i pasti e l’igiene orale.

Molto spesso oltre alla mascherina vengo applicati direttamente sui denti degli attachments fissi realizzati in materiale estetico quindi molto discreti, e ultimamente sulla superficie interna dei denti per non essere affatto visibili.

Ci vuole più tempo ad allineare i denti con gli allineatori?

No. Il tempo di trattamento non varia rispetto all’ortodonzia fissa nei casi semplici e di moderata difficoltà, mentre aumenta nei casi molto complessi con estrazioni, nei quali per questo motivo si preferisce optare per una terapia fissa.

Come ci si comporta con gli allineatori durante i pasti e la pulizia dei denti?

Gli allineatori vanno rimossi prima del pasto, con il vantaggio di una riduzione del rischio di distacco dell’apparecchio, infatti nel caso degli allineatori il rischio di distacco riguarda solo gli attachments. Inoltre i denti sono liberi dall’apparecchio nel momento in cui vengono lavati e questo consente di poterli pulire più velocemente e più facilmente. Dopo il pasto e la pulizia si riapplica l’allineatore.


Qual è il costo ortodonzia invisibile?

Il costo dell'ortodonzia invisibile dipende dal tipo di caso da affrontare, in quanto varia in base alla complessità e alla durata del trattamento. Il prezzo del trattamento ortodontico può andare da 2.000 euro per i trattamenti semplici a 8.000 euro per quelli complessi.

Quando organizzare la prima visita di controllo per i bambini?

Le visite di controllo in età pediatrica sono importanti per due motivi, uno puramente medico e l’altro relazionale. Si consiglia di portare il bambino alla prima visita dal dentista quando non presenta alcun dolore in modo tale che sia un incontro piacevole e non una situazione traumatica. Generalmente è consigliabile fare una prima visita intorno al primo anno di età, con controlli successivi ogni anno, man mano che la dentizione procede. Durante la prima visita il bambino ha l’opportunità di prendere confidenza sia con l’ambiente operativo sia con il personale odontoiatrico. Durante la prima visita inoltre vengono spiegati al piccolo paziente ed ai genitori i principi fondamentali della prevenzione primaria.

La radiografia ai denti è pericolosa o dannosa alla salute?

Le radiografie vengono fatte solo se veramente necessarie per garantire la diagnosi corretta e pianificare la giusta terapia al paziente.  Certamente le radiazioni non sono salutari, ma il loro livello di pericolosità è strettamente legato alla quantità e al tempo di esposizione ai raggi ionizzati. Le radiografie digitali hanno drasticamente ridotto la quantità e il tempo di esposizione alle radiazioni. La quantità di radiazioni impiegate per una radiografia ai denti è tale da non rappresentare assolutamente un danno per il paziente.

Cosa sono i disordini temporo-mandibolari?

I disordini temporo-mandibolari costituiscono un insieme di condizioni dolorose e/o disfunzionali di natura infiammatoria o degenerativa che interessano le articolazioni temporomandibolari, la muscolatura masticatoria e le strutture che con esse contraggono rapporti anatomo-funzionali. I segni e sintomi più frequenti sono dolore, movimenti mandibolari alterati e limitati, rumori articolari. Le condizioni più frequenti che si presentano all’osservazione del clinico sono il dolore muscolare e miofasciale, la dislocazione discale (riducibile e non riducibile)e  l’artrosi.

Cosa sono le parafunzioni?

Le parafunzioni sono movimenti eseguiti senza alcuna utilità funzionale. Le parafunzioni più comuni sono il serramento e il digrignamento dei denti ma ci sono anche il morsicarsi le labbra, tenere in bocca oggetti, stare appoggiati sul mento, mangiarsi le unghie, succhiarsi il dito, muovere le guance e le labbra, effettuare movimenti ritmici con la mandibola. In odontoiatria particolare importanza riveste il bruxismo per le conseguenze che può presentare a livello di denti, parodonto e del cavo orale in genere. Il serramento e il digrignamento dei denti durante la veglia nominati precedentemente sono forme di bruxismo.

Cosa è il bruxismo?

La sua definizione è la seguente: condizione orale caratterizzata da “una ripetitiva attività dei muscoli masticatori che si estrinseca in forma di serramento o digrignamento dei denti e/o di mantenimento della mandibola in posizione fissa con i muscoli contratti, anche senza contatto dentale. Il bruxismo ha due distinte manifestazioni circadiane: bruxismo del sonno e bruxismo della veglia.

Cosa è il bite?

Il bite è una placca occlusale cioè un apparecchio mobile. Lo scopo principale di questo strumento è quello di scongiurare danni e problemi derivati dal bruxismo. Solitamente il suo utilizzo si limita alle ore notturne, indossandolo prima di andare a dormire e tenuto per tutto la durata del sonno. Ogni bite è puramente personale in quanto è realizzato su misura e sotto prescrizione dell’odontoiatra, in base alle impronte dei denti di ogni paziente rilevate in seguito ad un calco dentale. E’ sempre consigliabile una costruzione individuale accompagnata da istruzioni personalizzate e seguita da monitoraggio nel tempo.

 Il bite porta numerosi benefici al paziente:

  • preserva lo smalto dallo sfregamento eccessivo e involontario;
  • disinnesca la forza caricata da mandibola e mascella rilassando i muscoli del collo, della cervicale e delle spalle;
  • corregge la postura mandibolare e del rachide.


I bambini possono soffrire di disturbi temporo-mandibolari?

I disordini temporomandibolari sono più frequenti negli adulti, tuttavia alcuni segni e sintomi sono rilevabili anche nei bambini e negli adolescenti. La prevalenza dei disordini temporomandibolari in età pediatrica vede il sesso femminile come maggiormente esposto alla disfunzione. Le dislocazioni discali ed il dolore facciale appaiono i disordini più frequenti negli adolescenti. Un’associazione è stata trovata tra le abitudini viziate, quali ad esempio il mordicchiare ripetutamente unghie e/o oggetti, e segni e sintomi di TMD. Da qui l’indicazione all’eliminazione nel giovane paziente di tali abitudini. L’approccio ai TMD negli adolescenti è simile a quello degli adulti. Tre condizioni nei giovani pazienti meritano particolare attenzione: le fratture, l’artrite reumatoide giovanile e il bruxismo.

Cos’è una tasca parodontale?

La tasca parodontale è uno spazio tra dente e gengiva creatosi in seguito alla distruzione dei tessuti che circondano il dente (gengiva e osso).
Il dentista, attraverso l’uso di una sonda parodontale, è in grado di evidenziarne la presenza e la profondità quindi la gravità.

Chi si può ammalare di malattia parodontale?

La parodontite non colpisce solo le persone anziane. Possono ammalarsi di malattia parodontale coloro che non osservano una buona igiene orale e che presentano una predisposizione individuale alla malattia. In particolare i fattori che favoriscono la malattia sono:


Igiene orale inadeguata: è la causa principale dei casi di parodontite. La placca batterica provoca prima la gengivite che poi diventa parodontite.
Fumo: i fumatori hanno un rischio più elevato di contrarla rispetto ai non fumatori. La parodontite nei fumatori avanza più rapidamente e ha un decorso più aggressivo e risponde meno alle cure.
Predisposizione genetica: certe persone soffrono di malattia parodontale nonostante un'igiene orale eseguita in maniera impeccabile, mentre altri possono vantare strutture parodontali sane pur avendo ammassi di tartaro e placca. Questo è dovuto al fatto che esistono dei geni che predispongono alla malattia parodontale.
Stress: molti studi scientifici hanno messo in evidenza una corrispondenza fra lo stress e la malattia parodontale, dovuto probabilmente al fatto che lo stress indebolisce le difese immunitarie.
Gravidanza: le forti fluttuazioni ormonali favoriscono l'insorgenza di gengivite e parodontite.
Particolari patologie: soprattutto il diabete e certe forme di artrite reumatoide nonché le deficienze immunitarie congenite o acquisite (ad es. AIDS).

Qual è la terapia indicata per la cura delle parodontopatie?

Dopo la formulazione della corretta diagnosi, il paziente passa attraversa una prima ed iniziale terapia chiamata "terapia causale”. Dopo questa prima fase, se necessario, il paziente sarà sottoposto ad eventuali terapie secondarie di tipo chirurgico e non chirurgico. Il trattamento delle patologie parodontali deve tener conto della loro multifattorialità e pertanto trattare la patologia nella sua complessità; se il momento fondamentale è rappresentato dalla rimozione dei microrganismi responsabili della malattia, non dobbiamo dimenticare l’estrema importanza che riveste nella strategia terapeutica il controllo degli stili di vita e di alcune malattie sistemiche, il diabete in particolare.

In che consiste la terapia causale?

La terapia causale si occupa inizialmente della rimozione dei fenomeni infiammatori locali che causano la malattia, la placca batterica e il tartaro, dalle superfici dentali sopragengivali (detartrasi) e sottogengivali (levigatura radicolare); la levigatura radicolare può essere eseguita a “cielo chiuso” o “cielo aperto”, con lo scollamento cioè della gengiva per migliorare l’accesso e la visibilità del professionista. Queste procedure vengono svolte con l’utilizzo di strumenti sia manuali che meccanici, sonici e ultrasonici che siano.

Che cosa si intende con chirurgia parodontale resettiva?

La chirurgia resettiva si occupa del rimodellamento mirato chirurgico dei tessuti di supporto del dente, sia gengivali che ossei, caratterizzati delle alterazioni anatomiche causate dalla malattia. I tessuti gengivali vengono sollevati in modo che il chirurgo sia in grado di rimuovere la componente batteriche causa della patologia e rimodellare le superfici ossee rese irregolari dalla malattia; questa procedura permette di ridurre al minimo le aree di colonizzazione batterica (tasca parodontale) e consentire alla gengiva di riposizionarsi successivamente in una posizione ideale.

Che cosa si intende con chirurgia rigenerativa?

Lo scopo della chirurgia rigenerativa è quello di recuperare parte dell’osso e dei tessuti gengivali andati distrutti dalla malattia parodontale, rigenerandoli e ricostruendoli, oltre a ridurre ovviamente la tasca parodontale. Come per la chirurgia resettiva vengono sollevati i tessuti gengivali, e dopo aver rimosso la componente batterica causa della malattia, vengono utilizzate delle membrane, degli innesti ossei o di materiali sintetici biocompatibili per aumentare la capacità che i tessuti hanno di rigenerarsi.

Che cosa si intende con chirurgia mucogengivale?

La chirurgia mucogengivale comprende l'insieme delle procedure volte alla correzione dei difetti di morfologia, posizione e quantità dei tessuti molli parodontali. Questi difetti possono essere trattati con interventi a lembo o con innesti tissutali. Le indicazioni principali sono la copertura delle superfici radicolari esposte e l’aumento di volume e di quantità del tessuto gengivale per esigenze estetiche, protesiche e ortodontiche.

Come mantenere i risultati raggiunti con la terapia parodontale?

Una volta effettuata la terapia parodontale, sia essa chirurgica o non chirurgica, è indispensabile mantenere nel tempo lo stato di salute parodontale raggiunto mediante pulizie e richiami periodici a distanza di tre o sei mesi a seconda della gravità dei casi.

Gli scopi della terapia parodontale di supporto sono di prevenire e minimizzare il rischio di recidive e ridurre inoltre l’incidenza della perdita dei denti naturali o degli impianti attraverso un accurato controllo della situazione clinica e radiografica.

C'è associazione tra malattia parodontale e alito cattivo?

Una delle più comuni conseguenze della malattia parodontale può essere l’alito cattivo dovuto alla proliferazione dei batteri sulle superfici dei denti e all’interno delle tasche parodontali.

In che cosa consiste la chirurgia estrattiva?

La chirurgia puramente estrattiva si occupa dell’estrazione di denti erotti, di residui radicolari e di denti parzialmente o totalmente inclusi che potrebbero comportare una serie di problemi se non trattati; nel caso di denti parzialmente erotti e ricoperti dalla gengiva è facile che batteri e residui di cibo rimangano al di sotto di essa con possibili lesioni cariose e infiammazioni gengivali e conseguente dolore, gonfiore e difficoltà nell’apertura della bocca. Inoltre se in posizione anomala il dente può interferire con la masticazione e infine se il dente è totalmente incluso può verificarsi la formazione di una cisti (cavità o sacca, normale o patologica, chiusa da una membrana, contenente un materiale liquido o semisolido), che potrebbe ingrandirsi a spese dell’osso circostante.

In che cosa consiste la chirurgia pre-protesica?

Prima di procedere alla riabilitazione protesica, fissa o mobile che sia, la chirurgia pre-protesica si occupa di eliminare e correggere condizioni anomale, sia dei tessuti molli gengivali sia di quelli duri delle ossa mascellari, predisponendo così il cavo orale ad accogliere al meglio la nuova protesi. Vengono utilizzate membrane ed innesti di osso del paziente (autologo) o materiale sintetico biocompatibile.

Cos’ è l'allungamento di corona clinica?

Nei casi in cui la frattura della corona di un dente o una lesione cariosa siano molto profonde, qualsiasi materiale da otturazione posto al di sotto del margine osseo, sia pure in minima quantità, ne causerebbe l’infiammazione. La tecnica dell’allungamento di corona clinica consiste quindi nel consumare in senso orizzontale l’osso intorno al dente interessato per consentire la ricostruzione della corona ed evitare la formazione di una tasca dentale intraossea con le problematiche che ne deriverebbero.

In che cosa consiste la chirurgia endodontica?

L’endodonzia chirurgica si occupa del trattamento chirurgico delle lesioni di origine endodontica (cisti e granulomi) che non possono essere trattate con la terapia endodontica convenzionale. Il trattamento consiste nella rimozione della porzione infetta dell’apice della radice (apicectomia) e la successiva otturazione retrograda della rimanente porzione radicolare.

In che cosa consiste la gengivectomia e frenulectomia?

La gengivectomia è l'escissione chirurgica della gengiva e consiste nell’asportazione della parete molle della tasca gengivale per ottenere la guarigione del processo infiammatorio e la creazione di un nuovo attacco epiteliale della gengiva sul dente. Nei casi di perdita importante dal punto di vista gengivale è possibile con un innesto di gengiva prelevata dal palato, ridare al dente la gengiva aderente precedentemente persa.


Con il termine frenulectomia si intende il riposizionamento o la rimozione chirurgica del frenulo nei casi in cui ha un’inserzione ampia ed è a composizione prevalentemente muscolare; l'intervento si esegue in anestesia locale ed è necessaria una piccola sutura.

Quando portare per la prima volta il bambino dal dentista?

Generalmente è consigliabile fare una prima visita intorno al primo anno di età, con controlli successivi ogni anno, man mano che la dentizione procede. Vi verranno inoltre date informazioni riguardanti la corretta alimentazione e igiene orale del bambino, l’utilizzo corretto di biberon e succhiotto, l’eventuale prescrizione di fluoro e la tempistica per intercettare eventuali disarmonie dentali e scheletriche.

I denti decidui vanno curati?

I denti da latte vanno sempre curati, in quanto essi svolgono importanti funzioni. Innanzitutto i denti decidui conservano lo spazio per i successivi denti permanenti fungendo da guida nella loro eruzione; sono fondamentali per la funzione masticatoria e fonatoria; consentono un armonico sviluppo di mandibola e mascella; ed, infine, hanno funzione estetica, contribuendo a dare una buona immagine di sé. Mantenere in buona salute i denti e i tessuti del cavo orale favorisce lo sviluppo di un apparato stomatognatico sano e armonico.


Nel caso in cui si perdano precocemente i denti decidui, a causa di carie o traumi, è necessario che l’ordodontista valuti la necessità di applicare un apparecchio ortodontico per mantenere gli spazi. In caso contrario spesso si creano complicazioni all'eruzione dei denti permanenti.

Che cosa è il fluoro?

E’ noto che la maggior parte dei dentifrici od altri sussidi dentali contengono fluoro. In effetti il fluoro aiuta a prevenire la carie rendendo più duro lo smalto dentale e più resistente agli attacchi dei batteri.


Il fluoro è un oligoelemento molto diffuso in natura: è presente nel suolo, nelle acque e in alcuni cibi (the, uva secca, vino bianco, pesce, crostacei, verdure), ma la quantità che il nostro organismo ricava dagli alimenti è in realtà molto bassa, non superando il 40% del fabbisogno totale. Il fabbisogno quotidiano di fluoro si stima tra i 1 e 4 mg/die. Il fluoro, come il calcio e il fosforo, è essenziale per la formazione dei denti e delle ossa: circa il 99% del fluoro presente nell’organismo è localizzato infatti nei tessuti mineralizzati.


Mettendo sulla bilancia i pro ed i contro di supplementi a base di fluoro, ogni individuo non dovrebbe assumere quest'ultimi senza l'assistenza di un medico. Infatti saranno il vostro dentista o il pediatra a valutare quanto fluoro assume il vostro bambino mediante alimenti ed acqua al giorno per prescrivervi eventualmente un dosaggio aggiuntivo di fluoro in tutta sicurezza.

Che cos’è la fluoroprofilassi?

L’applicazione topica di fluoro o la sua assunzione per via orale durante lo sviluppo dei denti, aiuta a prevenire la carie, rinforza la struttura dello smalto e riduce gli effetti dannosi della placca. È fondamentale personalizzare la fluoroprofilassi sia durante la gravidanza sia nei primi anni del bambino in base all’assunzione sistemica di fluoro, il cui bilanciamento è importante per evitare il rischio di macchie o difetti dello smalto dei denti permanenti, causati da un suo sovradosaggio.

In che cosa consiste la sigillatura dei solchi?

Quando i solchi dei denti permanenti sono molto accentuati, spesso è molto difficile rimuovere i residui di cibo, anche dopo un accurato spazzolamento. Viene consigliata quindi l’applicazione di una resina liquida, generalmente bianca, per facilitare le procedure di igiene e prevenire l’insorgenza di lesioni cariose. La terapia è del tutto indolore in quanto prevede solamente l’aggiunta di materiale biocompatibile senza rimuovere in alcun caso lo smalto dentale sano.

Quando va fatta la prima visita odontoiatrica?

Generalmente è consigliabile fare una prima visita intorno al primo anno di età, con controlli successivi ogni anno, man mano che la dentizione procede. Le visite vanno fatte con i genitori, in occasione per esempio di una loro visita di controllo o di una seduta di igiene orale, anche per prendere familiarità con la figura del dentista e con l’attrezzatura dello studio odontoiatrico. Vi verranno inoltre date informazioni riguardanti la corretta alimentazione e igiene orale del bambino, l’utilizzo corretto di biberon e succhiotto, l’eventuale prescrizione di fluoro e la tempistica per intercettare eventuali disarmonie dentali e scheletriche.

Come preparare il bambino alla prima visita odontoiatrica?

Affinché la prima visita dal dentista risulti per il bambino una esperienza positiva, piacevole e gratificante raccomandiamo i genitori di seguire una serie di consigli:
Effettuare la prima visita dal dentista quando il bambino non presenta alcun dolore in modo tale che sia un incontro piacevole e non una situazione traumatica
Preparate vostro figlio come se lo portaste ad incontro di svago per esempio fategli indossare un abbigliamento preferito, questo alimenta le aspettative per una piacevole esperienza.


Informare il bambino riguardo la visita solo qualche giorno prima senza enfatizzare troppo questo evento.


Non utilizzare termini che possano provocare nel bambino una paura superflua come per esempio male, paura, dolore. Non trasmettere la propria eventuale ansia nell’andare dal dentista, non raccontate le vostre esperienze negative.

Cosa fare in caso di trauma?

Le lesioni da trauma dentale sono di solito provocate da cadute accidentali, eventi sportivi ed incidenti. Interessano principalmente i denti anteriori di bambini o adolescenti e gli incisivi centrali superiori sono i denti più colpiti. Si possono verificare diverse evenienze, le più frequenti sono la frattura, l’avulsione o l’intrusione dell’elemento dentario. 

In caso di frattura della corona è fondamentale recuperare il frammento dell’elemento dentario, conservarlo in maniera adeguata (soluzione fisiologica, latte o saliva) e recarsi subito presso uno specialista in odontoiatria

Quest’ultimo provvederà, se possibile, al riattacco del frammento, ripristinando così l’integrità del dente. Nel caso in cui la frattura coinvolga la polpa dell’ elemento dentario si procederà prima al trattamento dell’ endodonto (terapia canalare o apicogenesi/apecificazione a seconda se la radice del dente sia totalmente o parzialmente formata).

Cos’ è una corona?

La corona (anche detta capsula)è un restauro protesico che ricopre totalmente la parte di dente visibile, può essere fatta sia su radice naturale sia artificiale (impianto), viene cementata o avvitata e non può essere rimossa dal paziente

In linea generale, i denti necessitano di essere incapsulati quando nonostante il grave danno possono essere salvati evitando l’estrazione. 

Un dente viene incapsulato quando:

si è fratturato o scheggiato a seguito di un trauma;

lo smalto è troppo sottile o rovinato;

è stato devitalizzato;

si deve protesizzare un impianto.

Come si prepara un dente per una corona?

Lo specialista in protesi dentaria preparerà il dente facendogli assumere la forma ideale per accogliere la corona eliminando una parte esterna del dente e lasciando solo una parte interna molto solida. Ovviamente la parte di dente asportata sarà pari allo spessore della corona da montare. Una volta data la forma voluta, il protesista prenderà le impronte del dente preparato, del dente opposto e del modo con cui interferiscono nella masticazione. Con queste informazioni e con quelle relative al colore dei denti del paziente, viene prescritta la realizzazione della corona all'odontotecnico di fiducia.

La preparazione del dente è un trattamento doloroso?

No. Una anestesia locale non farà sentire niente di più di quanto si avverte durante una normale otturazione. Se il dente è devitalizzato e si vuol innestare una corona su un perno moncone, allora l'anestesia può non essere necessaria.

Come sono fissate ai denti?

Una volta che la forma ed il colore sono provati ed accettati dal paziente, la corona può essere cementata con uno specifico cemento dentale. Il cemento funge anche da sigillante per tenere ben salda e ferma la corona.

In quali casi è consigliato realizzare delle corone?

  1. denti trattati endodondicamente (devitalizzati) con alto rischio di frattura, l'esito della frattura potrebbe determinare l'estrazione, in questo caso la corona ha l'obiettivo di cerchiare il dente proteggendolo durante i carichi masticatori;
  2. denti con estesa distruzione coronale dove è necessario ristabilire una corretta forma per ridare funzione ed estetica, spesso sono denti totalmente privi di smalto;
  3. denti con vecchie otturazioni, scuri e insensibili ai trattamenti sbiancanti.

Quando e come sostituire una vecchia corona?

Non è di certo possibile stabilire a priori quanto durerà o se darà problemi una corona dentale o un bloccaggio di più corone (ponte). Tuttavia se il lavoro viene eseguito perfettamente, i materiali utilizzati sono i migliori possibili, il paziente pone la massima attenzione all’igiene orale domiciliare e si sottopone ad una pulizia dei denti professionale ogni 6 mesi, una capsula dentale dura almeno 10 anni.


Si tratta comunque di manufatti che potrebbero col tempo danneggiarsi o rovinarsi, ad esempio perdendo parte del rivestimento esterno; inoltre può capitare che vecchie corone dentali non soddisfino più gli standard estetici dei pazienti perchè i denti naturali tendono ad ingiallire mentre le corone protesiche non cambiano colore. Oppure nel caso in cui si presenti una recessione gengivale, se la corona è stata realizzata con del metallo di supporto, può diventare visibile il bordino scuro metallico della struttura sottostante che le conferisce un effetto antiestetico.


La corona dentale da sostituire viene tagliata o meglio fresata. In questo modo si evita il più possibile l’eventualità di danneggiare il dente sottostante. Una volta tolta la vecchia corona, si esamina attentamente il moncone a cui era ancorata per verificare la sua integrità o se ci sono eventuali problemi da risolvere prima di procedere con il nuovo trattamento. Ad esempio a questo punto può rendersi necessario un rifacimento del moncone e/o una revisione endodontica della radice.


Successivamente, vengono prese le impronte per realizzare la nuova corona. In attesa del nuovo manufatto protesico, viene applicata una corona provvisoria per proteggere il moncone.  Infine dopo aver effettuato una serie di prove della nuova corona per verificare che la forma e il colore soddisfino il paziente, la si cementa in modo definitivo.

Con quale materiale si realizzano le corone?

Questa è una valutazione che va fatta dal dentista in base al caso specifico ed alle richieste del paziente.

Una corona infatti può essere realizzata in diversi materiali, come:

resina acrilica; 

resina composita;

metallo-composito, strato interno in metallo ed uno esterno in composito;

metallo-ceramica, strato interno in metallo ed uno esterno in ceramica;

zirconia, struttura in biossido di zirconio;

allumina, struttura in ossido di alluminio;

disilicato di litio, una vetroceramica.

I materiali si possono combinare cioè possiamo avere per esempio una ceramica stratificata su zirconia.

Le corone in composito sono completamente prive di metallo, costituite da sola resina. La scelta e l'impiego di questi manufatti sono correlati alle loro caratteristiche estetiche e al basso costo. 

La ceramica dentale è, tra tutti i materiali disponibili, quella che maggiormente assomiglia, dal punto di vista estetico, ai tessuti dentali in virtù di un comportamento simile verso la luce incidente.

Le corone in metallo-ceramica sono costituite da una parte interna in metallo (cappetta) per dare resistenza, mentre alla ceramica che riveste completamente il metallo è affidata la parte estetica. Sono indicate sia per i denti del settore anteriore che posteriore. La presenza del metallo in alcuni casi dopo anni dall’applicazione  si può evidenziare con un "bordino metallico" della corona tra gengiva e dente.

Un'alternativa alle corone in metallo ceramica sono le corone estetiche dette anche in ceramica integrale, perché prive di cappetta metallica. Per le loro caratteristiche estetiche questi manufatti sono particolarmente indicati nel settore anteriore. La caratteristica di questi restauri è quella di farsi attraversare dalla luce, permettendo un comportamento simile a quello dei denti naturali, inoltre non è indispensabile cercare di nascondere i margini della corona nella zona sub-gengivale in quanto non avendo all’interno il metallo, questo non verrà mai esposto.

La corona si noterà?

No. La corona sarà realizzata per essere in tutto uguale agli altri denti. La tonalità di colore dei denti vicini sarà utilizzata per fare in modo che la corona si inserisca il più naturalmente possibile tra gli atri denti. Una corona provvisoria (Provvisorio), sarà montata sul dente preparato in attesa che la corona definitiva sia pronta. Questi provvisori potranno essere meno naturali della corona definitiva e quindi si potranno notare maggiormente ma sono fatti per durare solo poche settimane.

Cosa sono le corone su perno moncone?

Perno moncone e corona possono essere usati quando un dente è stato devitalizzato. La corona indebolita del dente viene rimossa fino all'altezza della gengiva. Un perno moncone con due terminazioni viene realizzato in acciaio inossidabile o in oro. Una terminazione viene cementata nella radice e nell'altra verrà inserita la corona affinchè rimanga ben ferma.

Come funziona la procedura di sbiancamento dentale?

La procedura di sbiancamento non funziona se sui denti ci sono macchie di fumo o di caffè, o se c’è accumulo di placca e tartaro: pertanto queste devono essere rimosse immediatamente prima dello sbiancamento. Lo sbiancamento può essere effettuato in studio alla poltrona oppure dal paziente stesso durante le ore notturne mediante l’utilizzo di mascherine che raccolgono un gel sbiancante.

Sbiancamento alla poltrona: questo tipo di sbiancamento dentale low cost è un trattamento veloce, effettuato subito dopo la seduta di igiene orale. Consente a tutti di sperimentare in modo facile e conveniente l’esperienza di un sorriso più bianco e luminoso. Il trattamento alla poltrona utilizza una speciale lampada LED e dura 15 minuti, è  il metodo più rapido, efficace ed economico per mostrare un sorriso luminoso in occasioni di imminenti eventi come colloqui di lavoro, matrimoni, compleanni, etc…

Sbiancamento domiciliare: tecnica di sbiancamento progressivo tramite mascherine individualizzate. Vengono prese le impronte delle arcate dentarie e successivamente realizzate in breve tempo delle mascherine individuali morbide, aderenti e trasparenti che verranno applicate sulle arcate dentarie inserendo all’interno il prodotto sbiancante. Le mascherine vengono consegnate al paziente con il gel per effettuare lo sbiancamento a casa, tipicamente durante il sonno. Il principio attivo (perossido di idrogeno o perossido di carbammide) agisce lentamente e progressivamente sullo smalto e sulla dentina attivando l’azione schiarente sulla superfice dei denti. La durata del trattamento dipende dalla situazione di partenza, in media non più di 2 settimane. L’andamento viene monitorato periodicamente con dei controlli. Lo sbiancamento professionale domiciliare è un trattamento estremamente efficace e in grado di migliorare il colore dei denti in modo più evidente, naturale e duraturo. Il vantaggio di questa tecnica è anche quello di avere a disposizione le mascherine individuali  con le quali si può ripetere il trattamento periodicamente in modo più facile ed economico per mantenere il tuo sorriso sempre al top.

Quali sono le controindicazioni al trattamento di sbiancamento dei denti?

È importante che i pazienti fumatori sospendano il fumo durante il trattamento; oltre a comprometterne il risultato estetico, la combinazione della nicotina con il perossido d’idrogeno potrebbe potenziare gli effetti nocivi sui tessuti molli. Il trattamento di sbiancamento va evitato durante il periodo di gravidanza o allattamento. Va tenuto presente che lo sbiancamento dentale modifica il colore dei denti naturali, ma non quello di ricostruzioni, ponti o corone; la sostituzioni di eventuali corone o ricostruzioni va effettuata una volta che il colore dato dallo sbiancamento si sia stabilizzato in modo da uniformarsi al nuovo colore dei denti. In presenza di aree ipo o ipercalcificate, il colore dei denti alla fine del trattamento potrebbe non essere uniforme.

Il trattamento di sbiancamento dentale è doloroso?

Il trattamento di sbiancamento non è assolutamente doloroso. Non viene utilizzata alcun tipo di anestesia e solo in alcuni casi di ipersensibilità dentinale è consigliata l’assunzione di un normale analgesico al bisogno. Gli unici effetti collaterali registrati sono un aumento della sensibilità al freddo e un localizzato arrossamento gengivale che in ogni caso scompaiono spontaneamente nel giro di qualche giorno dal trattamento.

Quali effetti collaterali provoca lo sbiancamento dei denti?

Gli effetti collaterali dello sbiancamento dentale sono tutti generalmente transitori. L’effetto collaterale più frequente, riscontrabile nei 2/3 dei pazienti sottoposti a sbiancamento dei denti vitali è un aumento transitorio lieve o moderato della sensibilità dentale. Questa sensibilità si può facilmente controllare riducendo il tempo delle sedute e nell’immediato mediante l’applicazione di dentifrici o gel per denti sensibili.

Quali sono i risultati che posso ottenere con lo sbiancamento dei denti?

I risultati ottenibili con lo sbiancamento sono in generale molto buoni ma possono variare da persona a persona e dipendono da vari fattori. Il colore iniziale di partenza è uno dei fattori; gli elementi dentari tendenti al colore giallo solitamente rispondono meglio al trattamento rispetto ai denti con un colore tendente al grigio. La valutazione del colore raggiunto va fatta alcuni giorni dopo la conclusione del trattamento per permettere una stabilizzazione  completa alle strutture dentarie.

Quanto dura lo sbiancamento dentale?

Il risultato ottenuto da uno sbiancamento dentale non è stabile nel tempo, dopo circa 3 anni si può perdere anche fino al 50 %. La stabilità nel tempo dipende da numerosi fattori come il livello di igiene orale e le caratteristiche individuali dello smalto. Inoltre alcune abitudini come il fumo, un’eccessiva quantità di caffè ed alcune bevande con elevata presenza di coloranti possono compromettere, in termini di durata nel tempo, i risultati ottenuti. Il tono di bianco in ogni caso non sarà completamente perso nel tempo. Il risultato ottenuto inoltre può essere rinforzato e mantenuto utilizzando dei prodotti specifici che vi consiglieremo dopo la seduta di sbiancamento. Quando il bianco dei denti non è più sufficiente, nel caso in cui si è utilizzata una tecnica domiciliare di sbiancamento mediante mascherine, basterà chiedere al proprio dentista una siringa di gel e con meno prodotto e meno applicazioni si recupera il risultato ottenuto alla fine del trattamento.

Quanto durano le faccette dentali?

La durata delle faccette in ceramica dipende dal tipo di materiale utilizzato, dalla tecnica di cementazione, dalle abitudini del paziente e dall’attenzione che verrà messa nella loro cura e manutenzione, che avverrà seguendo i consigli forniti dall’odontoiatra. Un aspetto molto positivo delle faccette in ceramica è che con il passare del tempo non cambiano colore, non si scuriscono e non si macchiano; inoltre hanno un’elevata resistenza che ne rende molto difficile la rottura. Se mantenute con attenzione, le faccette dentali possono durare anche più di 10 anni.

Perché i denti si consumano?

Il consumo dei denti entro certi limiti è fisiologico e avviene per cause naturali legate al tempo che passa. In alcuni casi però si parla di consumo eccessivo che porta ad una perdita importante di sostanza fino ad un danneggiamento grave, spesso legato ad una serie di cattive abitudini che dipendono prevalentemente dallo stress. Tali abitudini sono difficilissime ma non impossibili da eliminare. Le principali parafunzioni causa di usura dentale sono: digrignamento notturno (bruxismo), spazzolamento aggressivo, rosicchiare le unghie (onicofagia) o mordicchiare le penne (lapisfagia). Anche il consumo usuale e ripetuto di sostanze acide oppure le patologie del tratto gastrointestinale che provocano reflusso gastro-esofageo favoriscono un’erosione dentale rapida.

Quali rimedi ci sono se ho i denti consumati?

I pazienti affetti da usura dentale spesso aspettano a farsi trattare solo quando la loro dentatura diventa estremamente compromessa, forse pensando che non ci sia nulla che si possa fare. 

Ma se patologie come l’erosione dentale, o le parafunzioni vengono intercettate in una fase precoce è possibile ricostruire la parte consumata e ripristinare l’integrità dei denti con una tecnica chiamata “adesiva” che si applica nella realizzazione di otturazioni, intarsi e faccette. 

Grazie al miglioramento della tecnica adesiva, le indicazioni per corone sono diminuite drasticamente ed è possibile utilizzare questo approccio estetico, conservativo ed economico in quanto evitando di “incapsulare” i denti si riducono notevolmente i costi.

Cosa è il bruxismo?

Il bruxismo è un disturbo del sonno caratterizzato dalla contrazione della muscolatura masticatoria che porta a i denti contatto in maniera anomala. Tali contrazioni producono sfregamenti tra i denti che possono addirittura svegliare chi dorme nelle vicinanze. Il fenomeno a volte raggiunge livelli tali da consumare tutto lo smalto dei denti ed esporre la dentina, favorendo ulteriormente un’usura più rapida. Il bruxismo si argina con l’utilizzo di un bite nelle ore notturne. 

Può verificarsi anche da svegli (bruxismo diurno) quando si è particolarmente tesi e concentrati o se si è sottoposti ad un maggiore carico di stress.

Come faccio a spazzolare correttamente i denti senza provocare dei danni?

Contrariamente a quanto si possa pensare, non è la pressione durante lo spazzolamento dei denti ad essere efficace, ma è il massaggio che permette di rimuovere i batteri. Esistono diverse tecniche di spazzolamento classificate in base al tipo di movimento eseguito con lo spazzolino. L’igienista dentale è a disposizione per consigliarvi la tecnica di spazzolamento più idonea in base al tipo di gengiva (cioè al tipo parodontale). L’igienista è infatti la figura più specializzata per valutare e consigliare a ciascun paziente la giusta combinazione di spazzolino, tecnica di spazzolamento, dentifricio, strumenti interdentali.

Cosa si intende per erosione dentale?

L'erosione dentale è un problema emergente nella popolazione,  per questo l’organizzazione mondiale della sanità (WHO) ha inserito l’erosione dentale tra le patologie emergenti di maggiore interesse che richiederanno per il futuro ulteriori approfondimenti sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. Per erosione si intende la perdita irreversibile della struttura del dente causata da alimenti o sostanze acide. I denti erosi diventano sensibili e più esposti a rischio di carie. Le bevande a base di frutta e quelle analcoliche, come soft-drink e energy-drink, oltre a contenere elevate quantità di zuccheri, sono anche acide e se assunte con regolarità e soprattutto se bevute lentamente (sorseggiate) producono danno allo smalto, rendendolo meno duro e facilmente asportabile. Per ridurre il rischio di erosioni, è importante ridurre il tempo in cui l’acido è a contatto con i denti. Pertanto, oltre a limitare l’assunzione di cibi e bevande acide, è buona norma non “sorseggiare” troppo a lungo tali bevande, ma, piuttosto, utilizzare una cannuccia.

Che cosa è il digital smile design?

Il digital smile design implica un progetto digitale alla base della realizzazione del tuo nuovo sorriso.

E’ un processo sistematico regolato dalla componente psicogica, dallo stato di salute, dalla funzione masticatoria, da norme di estetica naturale per apportare alcuni cambiamenti nei tessuti orali molli e duri entro certe limitazioni anatomiche, fisiologiche e psicologiche, creando così una positiva influenza sull’estetica generale del volto di una persona e sulla personalità nel suo complesso.

Come posso sapere in anticipo come migliorerebbe il mio sorriso con l’odontoiatria estetica?

Attraverso la tecnica della previsualizzazione potrai conoscere in anticipo quello che sarà il risultato finale, quindi avrai la possibilità di vedere il progetto di riabilitazione  del tuo sorriso prima ancora di iniziare qualunque procedura sui denti. Tramite il mock up inoltre potrai provare il progetto direttamente nella tua bocca e valutare:

il colore

la forma

gli ingombri, sentire il contatto con le labbra e la lingua

La previsualizzazione  estetica è una tecnica odontoiatrica che ti consente di vedere e provare in anteprima il risultato di un trattamento dentale estetico. Solo dopo aver visto e provato le sensazioni che il tuo potenziale nuovo sorriso ti dà sarai libero di scegliere se accettare il lavoro,  modificarlo oppure anche rinunciare.

In che cosa consiste il trattamento endodontico?

Il trattamento endodontico (o cura canalare anche detto devitalizzazione o canalizzazione) consiste nella rimozione della polpa (nervo dentale) infiammata e infetta, presente all’interno del dente e per tutta la lunghezza delle radici, e nella sua sostituzione con un’otturazione permanente in guttaperca e cemento canalare, previa adeguata detersione e sagomatura dei canali radicolari.

Cosa si ottiene con il trattamento endodontico?

Il risultato è che il dente non sarà più un serbatoio infettivo e, dopo un’adeguata ricostruzione della corona, potrà continuare a svolgere le stesse funzioni di un dente integro. La percentuale di successo di una cura canalare corretta è, in condizioni normali, elevatissima. La percentuale diminuisce nei casi di ritrattamento endodontico, quando cioè è necessario ripetere la procedura per un insuccesso precedente (errori d’esecuzione, complessità anatomiche, difficoltà obiettive)

Il trattamento endodontico è doloroso?

Durante il trattamento endodontico il dolore è sotto controllo grazie all’anestesia locale. Un indolenzimento, che può essere soggettivamente più o meno fastidioso, può essere presente dopo la terapia, ma è facilmente controllabile con un comune analgesico. Raramente, in radici particolarmente infette, può svilupparsi un ascesso con dolore e gonfiore a causa del passaggio di batteri nell’osso che circonda le radici. L’insorgenza di queste complicanze non pregiudica necessariamente il successo del trattamento in corso.

Quanto tempo richiede?

Il trattamento endodontico è ormai veloce anche per i molari, grazie alle nuove tecniche e alle moderne apparecchiature a disposizione. Le fasi operative sono le seguenti:

Anestesia locale per neutralizzare il dolore anche nei casi con polpa ancora sensibile

Ricostruzione provvisoria della corona dentale quando questa è molto compromessa, allo scopo di eliminare tutta la carie senza rinunciare alle pareti della cavità del dente (contenimento dei liquidi disinfettanti e aggancio del foglio di gomma isolante)

Isolamento del campo operatorio mediante diga di gomma (mezzo imprescindibile per una buona riuscita della cura canalare) consistente in un foglio di lattice di gomma teso da un archetto e tenuto fermo da un gancio posto intorno al dente da curare o a un dente vicino.

Apertura della camera pulpare: accesso alla polpa attraverso una cavità preparata dal lato masticante del dente

Reperimento del o dei canali radicolari con l’ausilio di ingrandimenti ottici

Misurazione della lunghezza di lavoro ossia di ciascun canale presente (da un riferimento sulla corona fino all’apice radicolare) mediante una radiografia e un localizzatore elettronico d’apice (la dose di radiazione assorbita nell’esecuzione di una radiografia ad uso odontoiatrico è minima)

Strumentazione dei canali mediante strumenti endodontici che asportano la polpa canalare,  contaminata dai batteri e sostanze infette, creando nel medesimo tempo una forma delle pareti adatta a una completa otturazione

Lavaggi con ipoclorito di sodio, potente disinfettante, per ottenere un ambiente il più possibile pulito e asettico

Otturazione canalare mediante guttaperca, materiale plastico e modellabile con il calore, associato a un cemento canalare

Ricostruzione della corona

Controllo radiografico di fine cura

Eventuale protesi fissa (corona o ponte)

Cosa fare dopo il trattamento endodontico?

Finché il dente non viene ricostruito vanno evitati cibi troppo duri che potrebbero provocarne la frattura. Un dente devitalizzato è più fragile di un dente vitale, per cui nella maggior parte dei casi richiede di essere ricoperto con una corona in ceramica o un intarsio per garantire un’adeguata protezione contro traumi occlusali e fratture. Controlli periodici, normalmente ogni sei mesi, e una scrupolosa igiene orale sono fondamentali per permettere al dente curato di durare quanto più a lungo possibile.

In che cosa consiste l'igiene orale?

Un’igiene orale corretta e periodica è fondamentale per la salute dei denti, poichè previene patologie come la carie dentale e la malattia parodontale. Sui nostri denti si forma costantemente la placca che, se non adeguatamente rimossa, ne è la causa principale. Con il termine igiene orale s’intende la pulizia della cavità orale ed in senso più ampio tutte le azioni per ottenerla, siano esse a livello domiciliare sia a livello professionale.

In che cosa consiste l'igiene orale professionale?

La placca non adeguatamente rimossa solidifica e si trasforma in tartaro nel giro di poche ore. Le normali procedure di igiene orale domiciliare non sono in grado di rimuovere il tartaro né tantomeno di pulire le superfici dei denti al di sotto della gengiva. La pulizia dentale professionale consiste nella rimozione del tartaro (detartrasi) con strumenti ad ultrasuoni dotati di particolari punte che permettono di raggiungere il tartaro sottogengivale. Vengono utilizzati inoltre strumenti manuali come curette e scaler per le procedure di levigatura delle radici.

Più nel dettaglio si esegue il seguente protocollo per i trattamenti di igiene orale professionale:

  • sciacquo preliminare con colluttorio antibatterico a base di clorexidina allo 0.2% a funzione decontaminante;
  • eventuale applicazione topica di anetetico locale per rendere più confortevole e meno dolorosa possibile la seduta di igiene orale professionale;
  • ablazione ultrasonica/subsonica, manuale o combinata dei residui calcificati sopra e sotto gengivali ed interprossimali con adeguata strumentazione (ablatori piezoelettrici, magnetostrittivi o ad aria e curettes e/o scalers correttamente affilati);
  • utilizzo, ove necessario, di terapie sostitutive o complementari di deplaquing da effettuare con apposito apparecchio di air polishing (meccanico o elettropneumomeccanico) ed utilizzo di polveri a base di bicarbonato;
  • lucidatura convenzionale delle superfici trattate eseguita tramite utilizzo di coppette siliconiche o spazzolini sintetici e paste da profilassi fluorate;
  • motivazione ad una corretta gestione igienica domiciliare, intercettazione e correzione di eventuali tecniche di spazzolamento incongrue, spiegazione del corretto utilizzo dello spazzolino e del filo interdentale;
  • inserimento del paziente in un protocollo di richiamo e controllo igienico da rapportarsi alle reali necessità presentate dal paziente stesso.

Con quale periodicità occorre effettuare una seduta di igiene orale professionale?

La frequenza con cui è opportuno effettuare una seduta di igiene orale professionale dipende da due fattori principali: livello di igiene orale domiciliare e predisposizione del paziente all'accumulo di tartaro. La scelta dell'intervallo corretto va effettuata congiuntamente col proprio igienista che vi insegnerà le corrette tecniche di igiene e vi guiderà nel mantenere la bocca sana. Come linea guida generale il Centro Dentistico Italiano raccomanda di effettuare una seduta di igiene orale professionale ogni 6 mesi.



Che cosa è la placca?

La placca è una pellicola giallastra che si forma sui denti soprattutto nelle zone in cui la pulizia risulta più difficile, come solchi dentali, spazi interdentali e bordo gengivale; è composta da batteri, residui di cibo e saliva. I batteri presenti nella placca trasformano gli zuccheri, contenuti in caramelle, dolci e bevande, in acidi che possono intaccare prima lo smalto e poi la dentina, dando luogo alla formazione di una cavità, la carie dentale, che se non curata può ingrandirsi distruggendo progressivamente il dente. La carie non guarisce mai da sola, ecco perché la prevenzione e la relativa cura sono così importanti. La placca batterica costituisce sicuramente la principale causa delle malattie parodontali. Se questa placca non viene costantemente rimossa essa indurisce con una formazione calcarea ruvida chiamata tartaro. Quest’ultimo depositandosi al di sotto della gengiva genera un’infiammazione che distrugge gengive, legamento parodontale e osso che sono i tessuti di sostegno dei denti. Il tartaro sottogengivale può negli anni diventare nero e il suo colore dipende dall’ossidazione dell’emoglobina contenuta nel sangue perso a causa della gengivite che spesso accompagna i depositi di tartaro.

Come effettuare una corretta ed efficace igiene orale domiciliare?

L’igiene orale domiciliare comprende tutte le manovre che andrebbero eseguite a livello domiciliare (ovvero a casa o in ufficio o a scuola) al fine di garantire un livello di igiene compatibile con la salute orale; una buona igiene orale è garantita da un corretto spazzolamento che dovrà essere effettuato in senso gengivo–dentale (dalla gengiva verso il dente) delle superfici dentali esterne ed interne e in maniera circolare sulle superfici masticanti. Altro elemento da non trascurare è la detersione della superficie linguale che per via della sua conformazione trattiene residui alimentari e batteri, dando a volte origine al fenomeno dell’alitosi. Nell’igiene orale quotidiana è consigliato l’utilizzo del filo interdentale per detergere le pareti interdentali che non sono raggiungibili dalle setole dello spazzolino.

Gli spazzolini elettrici sono raccomandabili?

Si. Gli spazzolini elettrici presenti oggi in commercio presentano testine a conformazione rettangolare o circolare, in grado di eseguire movimenti di tipo rotatorio e rotario-oscillante, laterale (o avanti-indietro o side-to-side) nonché a bassa ed alta frequenza. Studi clinici hanno in particolare riportato come lo spazzolamento condotto con spazzolini elettrici a testina tonda e con movimento rotatorio-oscillante risulti essere più efficace nel rimuovere la placca e nel ridurre il sanguinamento rispetto a metodiche condotte con altri tipi di spazzolini elettrici o manuali.

Le "Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali" del Ministero della Salute alla raccomandazione 8 affermano che l'utilizzo di uno spazzolino elettrico è raccomandabile rispetto ad uno manuale.

Oltre agli spazzolini elettrici tradizionali rotanti-oscillanti ci sono quelli sonici, che si differenziano in quanto non usano l’azione meccanica delle setole, ma un’azione fluido dinamica  che grazie alla miscela di dentifricio e saliva genera un fluido schiumoso che si diffonde per tutta la cavità orale. E’ lo spazzolino da consigliare ai pazienti con problemi di recessione gengivale, in quanto risulta più delicato rispetto allo spazzolino elettrico rotante-oscillante.

Quale spazzolino elettrico acquistare?

Il nostro igienista dentale è a vostra disposizione per consigliarvi il tipo di spazzolino elettrico più adatto alla vostra situazione, dato che in commercio ce ne sono una grande varietà. Sostanzialmente gli spazzolini elettrici possono essere classificati in quelli con testina rotante e quelli con tecnologia sonica ed ultrasonica. 

Lo spazzolino elettrico tradizionale è caratterizzato da una testina rotonda che effettua movimenti circolari alternati. In alcuni modelli più avanzati, la testina effettua anche un movimento pulsante/oscillatorio per una maggiore pulizia. Il numero di movimenti circolari può variare dai 4500 ai 9000 giri al minuto e la dimensione ridotta della testina permette la pulizia dente per dente. Esistono diversi modelli di spazzolini elettrici di questo tipo, essi si differenziano per gli standard qualitativi e le tipologie di accessori. Possono essere alimentati da pile sostituibili, il che però se da un lato permette un prezzo molto basso dall’altro non garantisce una potenza adeguata della rotazione, oppure con ricarica ad induzione in cui oltre al manico contenente la batteria ricaricabile è presente una base di ricarica che consente all’apparecchio di funzionare anche per alcune settimane senza la necessità di doverlo ricaricare. Esistono tantissimi modelli di questo tipo di spazzolino ed è quindi possibile trovare una grande varietà di prezzi: da 10€ circa fino a oltre i 100€.

Gli spazzolini elettrici sonici si differenziano dai classici spazzolini elettrici per il tipo di motore che permette di regolare il numero e l’ampiezza delle oscillazioni della testina: tali oscillazioni vanno da 12.000 fino a 48.000 al minuto. Lo spazzolino sonico è chiamato così poichè le pulsazioni sono prodotte con una frequenza ancora udibile all’orecchio umano. La tecnologia sonica garantisce una pulizia molto accurata ed efficace contro placca e batteri: a differenza dei classici spazzolini elettrici con testina oscillante, lo testina dello spazzolino sonico effettua movimenti oscillatori che permettono di spazzolare i denti verticalmente così come raccomandato dai dentisti. Inoltre, è consigliato soprattutto a coloro che hanno problemi di recessioni gengivali, poichè risulta essere più delicato rispetto ai modelli con testina rotante. Negli ultimi anni il mercato degli spazzolini sonici ha avuto un grosso sviluppo e questo ha portato ad avere prezzi più accessibili rispetto al passato. Alcuni modelli di spazzolini sonici sono definitivi ultrasonici in quanto la frequenza di vibrazione è ancora più elevata rispetto a quelli sonici: si tratta di frequenze fuori dallo spettro acustico dell’orecchio umano, impercettibili:  proprio per questo elevato numero di vibrazioni c’è un grande dibattito sulle eventuali controindicazioni legate al rischio di lesioni alle gengive causate da questa elevata frequenza.

Per tutti gli spazzolini elettrici comunque vale la regola del controllo delle setole esattamente come per gli spazzolini manuali: le testine vanno periodicamente cambiate.

Come funziona l’implantologia?

Un impianto dentale è una radice in titanio che con un intervento chirurgico viene inserita nella mascella o nella mandibola al posto della radice del dente naturale mancante.  Dopo la fase di guarigione, quando intorno all’impianto si è formato nuovo osso (osteointegrazione), si procede alla protesizzazione dell’impianto posizionando sull’impianto stesso la nuova struttura dentale del tutto simile a quella naturale per funzione e per estetica. Il successo dell’impianto dentale richiede un’accurata e sistematica igiene orale come se non maggiore della dentatura naturale. 

Prima di procedere ad un trattamento implanto-protesico è importante un’approfondita valutazione diagnostica basata su un’attenta anamnesi (medica ed odontoiatrica), un esame clinico, esami radiografici, esami di laboratorio e/o strumentali e uno studio dei modelli in gesso.

Quali sono i benefici?

La scelta di un trattamento con impianti dentali offre numerosi vantaggi:

  1. Mantiene integri i denti naturali adiacenti. Gli impianti dentali sono una soluzione a lungo termine e più valida rispetto ad un ponte, perché non pregiudica i denti sani adiacenti, evitando la limatura necessaria per l’inserimento del ponte, per uno o più denti. I denti sani naturali non vengono perciò compromessi.
  2. E’ veloce e indolore. Quando possibile si utilizza la tecnica flapless (senza bisturi e senza punti).
  3. Comfort di denti veramente fissi. Gli impianti dentali sono saldamente ancorati all’osso perciò la protesi non scivola né si muove. Questo elimina alcuni dei problemi tipici delle protesi dentarie mobili, compresi la scarsa adattabilità, le irritazioni alle gengive e i dolori da compressione.
  4. Stabilità nel tempo. Gli impianti non possono migrare e spostarsi nel corso degli anni. L’impianto inoltre può aiutare a prevenire la perdita d’osso così da mantenere la struttura scheletrica e facciale intatta.

In cosa consiste la chirurgia Computer-Guidata?

Progettiamo al Computer l'intervento di implantologia sulla base della Tac del paziente, così durante l'operazione avremo importanti vantaggi per il paziente

Sicurezza totale dell’intervento

Tempo di intervento ridotto

Minima invasività chirurgica

Quali sono i vantaggi della sostituzione dente singolo con un impianto dentale?

In caso di mancanza di un dente singolo, la corona singola su impianto rappresenta l’alternativa al ponte tradizionale. Una soluzione esteticamente e funzionalmente ottimale e “naturale” di cui solo il paziente e il dentista saranno a conoscenza:

Aspetto estetico e funzionalità paragonabili a quelli di un dente naturale

Non compromette gli altri denti per effetto della limatura, né la vostra masticazione

Mantiene e preserva l’osso circostante (sostituisce la radice del dente)

Previene la perdita dell’osso e l’atrofia dei mascellari

Assicura un’ottima masticazione, come un dente naturale

Assicura un’ottima soluzione estetica a lungo termine.

Quali sono i vantaggi della sostituzione completa dell’arcata superiore o inferiore?

In caso di completa mancanza della dentatura superiore e/o inferiore, l’uso di una protesi su impianto è la soluzione ottimale. Diversamente dalle protesi mobili, che spesso sono instabili e causano irritazioni alle gengive e fastidiosi dolori da compressione, le protesi su impianto eliminano in maniera definitiva eventuali spostamenti della protesi stessa. In questo modo viene meno qualsiasi fastidio, imbarazzo e preoccupazione; la maggior stabilità consente di sorridere, mangiare e parlare con naturalezza.

Aiuta a conservare la forma del viso (previene eventuali deterioramenti dell’osso)

Migliora l’aspetto (supporta le labbra)

Accresce il comfort e la stabilità

Assicura un’ottima masticazione

Migliora la salute grazie ad una migliore masticazione ed una più facile digestione

Elimina la necessità delle paste adesive

Assicura una masticazione ottimale e consente di parlare e sorridere senza incertezze

L’impianto dentale sarà visibile?

No, la riabilitazione implanto-protesica darà lo stesso comfort dei denti naturali, la stessa funzionalità ed esteticamente si armonizzerà perfettamente con la dentatura naturale.

L’intervento provoca dolore?

No, assolutamente nessun dolore. Come per qualsiasi altro intervento chirurgico, potrebbe derivarne qualche disagio. Normalmente l’inserimento di un solo impianto causa meno disagio dell’inserimento di più impianti. Al momento dell'inserimento dell’impianto dentale, il paziente viene anestetizzato e in certi casi sedato per ridurre ogni possibilità di disagio. La stragrande maggioranza dei pazienti riferisce di sentirsi molto più a proprio agio nell’eseguire la procedura di quanto avevano previsto. I disturbi postoperatori vengono generalmente gestiti con un normale analgesico. Potrete tornare al lavoro il giorno successivo.

Cosa si intende per innesto osseo?

Gli innesti ossei sono utilizzati per riempire difetti ossei, forniscono un sostegno strutturale e rafforzano le aree dei mascellari nei casi di perdita ossea. Talvolta prima di inserire un impianto dentale o una protesi è necessario un innesto per ricostruire il tessuto osseo. L’innesto agirà come una struttura di sostegno o come un ponte per la normale crescita di osso. Con il passare del tempo, le cellule del paziente inizieranno a crescere all’interno dell’innesto fino a sostituirlo con nuovo tessuto osseo.

Quanto costa un impianto dentale?

Il costo di una riabilitazione con impianti varia in base alle caratteristiche del paziente e al numero di elementi dentari da ripristinare. In linea di massima il costo per la riabilitazione di un singolo dente va da 2000 a 2400 euro

Quale marca di impianti?

Il Centro Dentistico Rinaldi utilizza esclusivamente impianti Zimmer. Zimmer Biomet Dental è un operatore leader a livello mondiale nella progettazione, sviluppo, produzione e commercializzazione di protesi dentarie.


Quali sono i materiali che vengono utilizzati?

L’odontoiatria conservativa moderna è basata sul concetto di minima invasività, ovvero il massimo rispetto delle strutture dentali residue, realizzato con la rimozione del solo tessuto cariato e la sua sostituzione con un materiale da restauro, che viene legato direttamente al tessuto sano. Negli ultimi anni sono state abbandonate le amalgame in metallo a favore dei compositi. Grazie alle caratteristiche adesive dei materiali compositi, viene rimosso il solo tessuto cariato, a differenza di quanto avveniva con l’utilizzo dell’amalgama d’argento, che richiedeva una preparazione del dente ritentiva e pertanto una cavità più ampia con la rimozione anche di tessuto dentale sano. 

Il processo più utilizzato nelle tecniche di conservativa è l’otturazione, che libera il dente dalla carie e lo protegge dagli agenti esterni, ma che serve solamente per curare carie piccole non eccessivamente estese.

In caso di carie particolarmente estese e nei restauri dei denti devitalizzati, si raccomanda l'applicazione di un intarsio, ovvero un manufatto protesico realizzato in laboratorio e cementato successivamente sul dente preparato dal dentista.

In che modo viene realizzata una ricostruzione in composito?

Prima dell’otturazione vera e propria si procede a ripulire la cavità dal tessuto cariato. I tessuti del dente, smalto e dentina, verranno successivamente mordenzati con un acido particolare per migliorare la successiva adesione del composito. Una volta posizionato nella cavità del dente il composito viene utilizzata una luce speciale per indurire e cementare il materiale al dente stesso. Infine il restauro in composito viene modellato e lucidato per ricreare un aspetto pari allo smalto del dente naturale.

Come viene realizzata una ricostruzione con intarsio?

Inizialmente il dente viene preparato rimuovendone la parte danneggiata e modellato in maniera tale da poter alloggiare l’intarsio. Un’impronta del dente viene poi rilevata in modo da ottenere un modello sul quale viene costruito l’intarsio in laboratorio. Se necessario  tra una seduta e l’altra viene applicato un restauro provvisorio che sarà successivamente sostituito con l’intarsio definitivo cementato nella cavità preparata.

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